lastradamaestra

mangiare, fiorire, ridere, fotografare


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Battere la fiacca e …cronache dal mio giardino!

Allora. Ok. Sì. Va bene. Qui si batte la fiacca. L’avevate notato? Noooooo. Affatto!

La stanchezza mi schiaccia. Il tempo è esaurito. La mente vola lontano e presto si addormenta.

In tutta questa sonnolenza e mare di impegni tuttavia, fuori, nel mio giardino, c’è chi se la spassa davvero e chi si sta dando da fare per renderlo splendido. Sto parlando delle mie rose e delle peonie e di tanti altri fiori che stanno fiorendo proprio in questi giorni di maggio – freddi e poco graditi – tutto intorno a me. Rendono le giornate meno pesanti. E danno significato alle giornate spese a progettare e a curare le aiuole. Solo guardandole l’animo si risolleva.

Solleviamoci insieme allora.

COSMEA

Queste Cosmee sono frutto di shopping floreale compulsivo, ne ho prese di più sfumature e le ho messe subito a terra. Stanno fiorendo a più riprese e sono incantevoli. In più le loro radici a fittone arieggiano i lterreno e i loro fiori attirano le api ed altri insetti impollinatori: il che non guasta mai!!! GLADIOLO SELVATICO

I colori di questo gladiolo sono fantastici, sembra quasi finto, non trovate? ROSA MOONSTONE

Di lei ne ho parlato molto tempo fa , è una rosa che da un anno circa è ospite del mio giardino. E mi garba assai!!!

Non ho trovato il modo adeguato di potarla ma… studierò!!!ROSA SHARIFA ASMA

Anche lei è un déjà vu. La mia preferita. Forse perché ha qualcosa in comune con me: l’asma!!! Ahahahahaha 😀ORCHIDEA VESPARIA

L’orchidea di cui sopra è arrivata non si sa ancora come, ai piedi della mia siepe di Pyracantha. E da allora, da circa quattro anni, fiorisce e si moltiplica.

Vi svelo una curiosità. Poiché non ne conoscevo il nome, la scorsa estate ho scritto ad una nota rivista di giardinaggio, Gardenia, (alla quale sono abbonata) e lo scorso gennaio la mia foto nonché mail, sono state pubblicate sulla rivista!!! Per me è stato un grande onore!!!

PEONIA

Infine, loro, le regine del giardino: le peonie.

Della mia passione per le peonie ne ho parlato poco tempo fa. Ora che le varietà erbacee del mio giardino sono in fiore… che dire?

Io questi fiori li stimo proprio!!! 😀PEONIA BIANCA

Una nuvola. Sembra proprio una nuvola.

Bye bye!!!


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Muffin alla banana e grano saraceno

MUFFIN ALLA BANANA E GRANO SARACENO-copertinaEcco una ricettuzza frutto della mia immaginazione e gourmandise fuori dalle righe! Questi muffin nascono da alcune necessità familiari e dal desiderio di creare qualcosa di diverso e di sfizioso per la colazione! Che dite? Possono andare?

L’abbinamento grano saraceno e banane l’ho meditato a lungo, sin da quando ho letto questo delizioso articolo su Mypaneburroemarmellata. Poi come sempre le informazioni si sono sedimentate e voilà, come d’incanto l’abbinamento è stato reso qualcosa di vero e di mangiabile!!! Anzi di veramente gustoso: provare per credere!!!

INGREDIENTI

100 gr di farina di kamut

50 gr di farina di grano saraceno

50 gr di farina integrale

20 gr di fecola di patate

60 gr di burro sciolto

2 uova

75 gr di zucchero integrale di canna

50 ml di latte

3 cucchiaini di lievito

1/2 cucchiaino di bicarbonato di sodio

1 banana intera matura

PREPARAZIONE

I muffin sono semplicissimi da fare: dovete solamente mescolare in modo grossolano gli ingredienti!

  1. Sciogliete il burro a bagnomaria e fatelo intiepidire.
  2. Prima unite tutti gli ingredienti secchi in una ciotola: farine, fecola, zucchero, lievito e bicarbonato
  3. Poi gradualmente unite tutti gli ingredienti umidi: uova, latte, burro sciolto.
  4. Amalgamate bene gli ingredienti e infine aggiungete la banana tagliata a tocchettini.
  5. Mettete l’impasto nei pirottini e cuocete il tutto per 20 minuti a 180° in forno statico.
  6. Sfornate, lasciate intiepidire e, infine, spolverate i muffin con abbondante zucchero a velo.

Il sapore ricorderà vagamente quello della torta al grano saraceno… altra delizia molto adatta ad essere gustata all’ ora di colazione! E poi sbizzarritevi nelle forme e nelle dimensioni, io ne ho fatti di minuscoli che, tuttavia, come tanti bocconcini, sono stati mangiati in un batter d’occhio!!!

MUFFIN BANANA E GRANO SARACENO-STELLE

Bon appétit!!!

MUFFIN ALLA BANANA E GRANO SARACENO


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Panfocaccia con lievito madre

PANFOCACCIA-header

Sottotitolo: ovvero come rendere pan LA focaccia! 🙂

Ho deciso di chiamare così questo impasto poiché si tratta di una mia personale reinterpretazione dell’impasto della focaccia e di quello del pane. Una specie di via di mezzo. Un impasto che scende a compromessi con le mie abitudini lavorative nonché culinarie!!! Un impasto che supera l’esame e che è in lista per essere nuovamente preparato!!!

Da molti giorni ormai il mio amato lievito madre giaceva nel frigo. Per vari motivi non ero più riuscita a preparare nulla con esso. La mancanza di tempo è sempre al primo posto. Allordunque (ma si può dire? o peggio, scrivere?) mi sono detta: “fare il pane? Non posso proprio questa settimana… farò un impasto simile alla pizza/focaccia e poi si vedrà!” E così è nato il mio panfocaccia!

INGREDIENTI

200 gr di lievito madre rinfrescato la sera prima

400 ml di acqua tiepida

500 gr di farina (di cui 250 di farina integrale e 250 di farina tipo 0)

un cucchiaino di zucchero o miele

1 cucchiaio di olio evo

15 gr di sale

2 cucchiai di farina di farro

PREPARAZIONE

Sciogliete il lievito madre nell’ acqua tiepida. Aggiungere gradualmente: il miele, la farina, l’olio evo e infine il sale. Impastare bene e mettere a riposare per circa 6-8 ore.

Prendere l’impasto lievitato e rimpastatelo con i due cucchiai di farina di farro. Dividetelo in due parti. Prendete la prima parte e disponetela su di una teglia: ecco pronta la focaccia! Con l’altra parte di impasto fate una palla e mettete il tutto a lievitare per un’altra ora.

Cuocete la focaccia e il pane a 250° in forno statico per i primi 10 min. Poi scendete a 220° circa. Controllate la cottura. La focaccia impiegherà circa 12-15 minuti, la pagnotta un po’ di più!

Non male direi!!!

PANFOCACCIA


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Pizza con lievito madre secco

FOCACCIA CON LIEVITO MADRE SECCOMolto tempo fa ormai ho ricevuto in dono una bustina di lievito madre secco, acquistato in un negozio bio da una mia cara amica. Si tratta di puro lievito madre secco, non addizionato a lievito di birra secco, sia ben chiaro!!! La bustina conteneva 40 gr di polvere e ho deciso di utilizzarla per fare la pizza e cuocerla nel forno a legna! E’ stata una goduria ragazzi!!! La pizza è venuta soffice e delicata, si è gonfiata tantissimo e il sapore era davvero di quelli che rimangono impressi nella nostra memoria!

Come vi accennavo nell’ultimo post , finalmente : ecco a voi la ricetta!!!

INGREDIENTI

500 gr di farina 0

400 gr di acqua tiepida

20 gr di lievito madre secco

1 cucchiaino di miele o zucchero

1 cucchiaio di olio evo

1/2 cucchiaino di bicarbonato

15 grammi di sale

PREPARAZIONE

Preparate l’impasto mescolando prima gli ingredienti secchi (farina, lievito e bicarbonato), poi aggiungete gradualmente l’acqua, il miele, l’olio e per ultimo il sale.

Mettete il tutto a lievitare per 4-5 ore.

Stendete le pizze/focacce sulle teglie ben oliate e lasciatele rilievitare per almeno un’ora.

Infine cuocetele nel forno tradizionale a 220° per il tempo necessario (controllate sempre la cottura). Se poi avete il forno a legna è ancora meglio!!!

La focaccia più buona secondo me – manco a dirlo – è stata quella con i pomodorini. Del resto quest’anno mi sono divertita più e più volte a prepararla!!!

Pizza CAPRICCIOSA con lievito madre seccoLa capricciosa con salamino piccante qui sopra e la prosciutto cotto qui sotto!!!

Pizza con lievito madre secco

Bon appétit!


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Pensieri alla rinfusa

Oggi va così. Non riesco a riorganizzare i pensieri e nemmeno le idee per scrivere un post coerente. Giardinaggio, foto, cibo… e che cos’altro?

Non so.

Perciò vi metto davanti tutto insieme, in attesa di trovare un ordine.

Abbiate pazienza.

LUCERTOLAIn questi giorni la salvia è la regina del giardino… perché non friggerla?

Magari non disturbando i piccoli animaletti che ospita generosa!

SALVIA IN FIORE

I fiori bianchi caduti a terra sono del Viburnum altrimenti detto “ricottella”, sembra abbia nevicato…

RANUNCOLI

Che colore…mi fa pensare alle fioriture alpine di luglio e agosto…

NASTURZIO-FOGLIEIl semenzaio si sta evolvendo, ho effettuato molti rinvasi (ma: ve lo ricordate com’era?) e avrete news di quello che sta succedendo in giardino!

Ma quanto sono belle le foto dei nasturzi?

CALLA

Candida calla. Perfetta. fioriInfine il cibo…

L’immancabile pizza del week-end!

FOCACCIA CON LIEVITO MADRE SECCO

Presto la ricetta!!!

Bisous!


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La Ratatouille

LA RATATOUILLE-headerSe sentite la parola Ratatouille e pensate al simpatico topino della Pixar, mi dispiace, siete fuori strada!!! La Ratatouille è quel gustoso piatto nizzardo,  che fa pensare subito alle vacanze in Provenza e ai profumati frutti dell’orto estivo! Un’accoppiata eccezionale: ecceziunale veramente direi!

Le verdure necessitano di una cottura separata, per poi essere riunite alla fine, in modo da rispettare i singoli tempi di cottura di ogni singolo vegetale. Per questo vi rimando alla ricetta originale che ho letto su Giallozafferano . Io – per motivi – di tempo ho cotto tutte le verdure assieme e l’effetto finale è stato ad ogni modo positivo!

Personalmente la adoro e voi?

Piccola postilla: se avete sentito dire che la Ratatouille si può anche chiamare Ratatuia, ebbene sì, questa è l’orrida traduzione italiana che secondo il mio personalissimo parere: nun se po’ sentì. Brrr… ho i brividi solo a pensarci

INGREDIENTI

2 zucchine medie

1 melanzana piccola

1 cipolla

2 pomodori maturi

1 peperone (rosso o giallo)

1 spicchio di aglio

olio evo

sale e pepe qb

PREPARAZIONE

Sbucciate la cipolla, spuntate le zucchine, pulite il peperone, mondate la melanzana, poi lavate bene il tutto e tagliateteli a dadini.

LA RATATOUILLEPer prima cosa mettete l’olio in una padella e fate saltare l’aglio in camicia, aggiungete la cipolla e fatela appassire per circa 5 minuti.

Aggiungete i pomodori tagliati grossolanamente e fateli ammorbidire ben bene. Infine mettete assieme tutte le verdure. Fate cuocere per circa 10-15 minuti a seconda dei vostri gusti. Io le ho cotte 12 minuti poiché mi piace che le verdure siano ben consistenti in bocca e “quasi” croccatni.

Servite la Ratatouille tiepida su fette di pane abbrustolito oppure con riso, miglio o cous cous.

 

Bon appétit à tous!!!


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Centro Botanico Moutan: un posto da visitare!

CENTRO BOTANICO MOUTAN-I-header

Era una calda giornata di aprile e sono trascorsi oramai tre anni da quando ho avuto l’occasione di visitare il Centro Botanico Moutan ma ogni volta che ci ripenso è un’emozione forte, quasi un tuffo al cuore. Questo perché è semplicemente un luogo splendido.

PEONIE ARBUSTIVE-CENTRO BOTANICO MOUTANEttari su ettari di peonie cinesi da collezione, in fiore da aprile a maggio. La più vasta area al mondo dedicata alla coltivazione delle peonie. E quando lo si visita…beh…non ci sono parole per descriverne la bellezza.

CENTRO BOTANICO MOUTAN

I fiori della peonia sono spendidi. E’ una specie di dogma direi. Forse il loro fascino risiede proprio nella loro effimera vita.

PEONIE ARBUSTIVEEffimera come quella di molti altri fiori, del resto. Eterei, vivaci, quasi magici aggiungerei. Sono fiori che mi hanno da sempre stregato.

No more words. Just a pic!!!

PEONIE ARBUSTIVE-BIANCHE

 


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Vita di Pi (part 2)

Come vi ho già detto nel post precedente la trama di questo romanzo procede linearmente fino alla fine. Ma è tutto lì, nel finale che esplode la storia. Che cattura, che stimola il pensiero. Se desiderate leggerla velocemente potete sempre sfruttare Wikipedia e la pagina dedicata. Tuttavia io VE LO SCONSIGLIO VIVAMENTE. Leggete il libro e poi continuate a leggete questo post. Altrimenti sappiate che svelerò la storia nella sua essenza e perciò potrei rovinarvi la “sorpresa”.
Pi racconta a tutti del suo singolare naufragio in compagnia della tigre Richard Parker. Il film racconta la storia del loro naufragio, del loro conoscersi e poi capirsi. Ma sulla scialuppa non sono stati sempre soli. A bordo della scialuppa al momento del naufragio, c’erano con loro anche una iena, un orango femmina e una zebra. Il dramma che si vive a bordo di questa piccola lancia è tremendo: gli animali inizialmente presenti – una iena, una zebra e un orango – sono costretti a sbranarsi tra loro per rimanere vivi in mezzo al mare. Alla fine quando la iena sembra aver fatto fuori tutti, balza d’improvviso fuori Richard Parker, la tigre, che uccide la iena. A questo punto Pi rimane da solo nella scialuppa con la tigre. E tutto il suo viaggio si svolge in sua compagnia, fino al momento in cui approdano sulle coste del Messico e Richard Parker abbandona Pi sulla spiaggia senza neanche voltarsi. Pi viene soccorso e, dopo alcuni giorni, interrogato da due incaricati della compagnia giapponese di navigazione a cui apparteneva la nave affondata. Essi non credono alla sua lunga sopravvivenza nell’ oceano in compagnia della tigre. Pi allora decide comunica loro che la storia credibile del naufragio è un’altra. L’orango Orange Juice, la iena e la zebra sono, rispettivamente: sua madre, il crudele cuoco di bordo e un marinaio giapponese. Sono esseri umani coloro che si sono “sbranati e uccisi” e che hanno lottato per la sopravvivenza in mare.
A questo breve sunto seguono le mie personali riflessioni.

Gli animali di cui si parla metaforicamente nel libro sono dunque quattro ma, secondo lo svolgersi del romanzo, c’è un personaggio in più: che è proprio Pi.
Chi è Pi?
Pi e la tigre sono la stessa persona? Sì o no?
Se la tigre è Pi: chi è PI? Nella storia? È forse Dio? E’ un entità che vive al di fuori del mondo (la scialuppa) ed entra in contatto con l’umanità (la tigre) solo per ammaestrarla e per fare in modo che non lo sbrani? È solo grazie alla volontà di Dio – qualsiasi Dio – che l’uomo può essere domato allora? E perché allora PI-Dio viene abbandonato sulla spiaggia dalla sua tigre-umanità? Questo passaggio della storia vuole forse dirci che qualunque cosa faccia il divino per farsi amare, l’uomo deciderà pur sempre di scegliere quale strada intraprendere? È uno spunto per riflettere sul libero arbitrio?

E quando Pi è sull’isola dei suricati allora in quel caso è sempre Dio oppure impersona quanto di più umano possa esserci al mondo? Io propendo per la seconda ipotesi. Nell’episodio dell’isola, Dio sembra essere impersonato dalla tigre onnipresente ma immobile. Avviene come uno scambio di ruoli tra Pi e la tigre. Qualcuno che guarda Pi godersi la terra di latte e miele senza rendersi conto che quella stessa terra lo potrà fare letteralmente a brandelli. Ma Pi se ne accorge e tenta la sfida. A me questa parte del film ha fatto pensare alla scommessa di Blaise Pascal. Ammesso che Pi rappresenti l’uomo – in questo singolo spezzone del libro – e sempre ammesso che sia la tigre il divino – Pi accetta la scommessa di avventurarsi comunque nell’oceano. Non gli basta l’isola antropofagica, anche se potrebbe sopravviverci dormendo sugli alberi.

Ritornando all’assunto PI-Dio e tigre-umanità non dimentichiamo anche di fare un riferimento a William Blake e alla sua splendida opera The Tyger, la tigre per l’appunto come simbolo di ciò che è umano e violento. Dio creò l’agnello ci dice Blake, ma anche la tigre. Non c’è luce senza oscurità, vita senza morte. Bianco senza nero. È il gioco eterno degli opposti. Le due facce di una stessa medaglia. Dunque c’è del divino nell’umano e c’è dell’umano nel divino.

Concludo il post con la domanda che fa Pi a coloro che lo stanno interrogando: “E voi quale versione della storia avete preferito, quella con gli animali o senza?”