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Vita di Pi (part 2)

Come vi ho già detto nel post precedente la trama di questo romanzo procede linearmente fino alla fine. Ma è tutto lì, nel finale che esplode la storia. Che cattura, che stimola il pensiero. Se desiderate leggerla velocemente potete sempre sfruttare Wikipedia e la pagina dedicata. Tuttavia io VE LO SCONSIGLIO VIVAMENTE. Leggete il libro e poi continuate a leggete questo post. Altrimenti sappiate che svelerò la storia nella sua essenza e perciò potrei rovinarvi la “sorpresa”.
Pi racconta a tutti del suo singolare naufragio in compagnia della tigre Richard Parker. Il film racconta la storia del loro naufragio, del loro conoscersi e poi capirsi. Ma sulla scialuppa non sono stati sempre soli. A bordo della scialuppa al momento del naufragio, c’erano con loro anche una iena, un orango femmina e una zebra. Il dramma che si vive a bordo di questa piccola lancia è tremendo: gli animali inizialmente presenti – una iena, una zebra e un orango – sono costretti a sbranarsi tra loro per rimanere vivi in mezzo al mare. Alla fine quando la iena sembra aver fatto fuori tutti, balza d’improvviso fuori Richard Parker, la tigre, che uccide la iena. A questo punto Pi rimane da solo nella scialuppa con la tigre. E tutto il suo viaggio si svolge in sua compagnia, fino al momento in cui approdano sulle coste del Messico e Richard Parker abbandona Pi sulla spiaggia senza neanche voltarsi. Pi viene soccorso e, dopo alcuni giorni, interrogato da due incaricati della compagnia giapponese di navigazione a cui apparteneva la nave affondata. Essi non credono alla sua lunga sopravvivenza nell’ oceano in compagnia della tigre. Pi allora decide comunica loro che la storia credibile del naufragio è un’altra. L’orango Orange Juice, la iena e la zebra sono, rispettivamente: sua madre, il crudele cuoco di bordo e un marinaio giapponese. Sono esseri umani coloro che si sono “sbranati e uccisi” e che hanno lottato per la sopravvivenza in mare.
A questo breve sunto seguono le mie personali riflessioni.

Gli animali di cui si parla metaforicamente nel libro sono dunque quattro ma, secondo lo svolgersi del romanzo, c’è un personaggio in più: che è proprio Pi.
Chi è Pi?
Pi e la tigre sono la stessa persona? Sì o no?
Se la tigre è Pi: chi è PI? Nella storia? È forse Dio? E’ un entità che vive al di fuori del mondo (la scialuppa) ed entra in contatto con l’umanità (la tigre) solo per ammaestrarla e per fare in modo che non lo sbrani? È solo grazie alla volontà di Dio – qualsiasi Dio – che l’uomo può essere domato allora? E perché allora PI-Dio viene abbandonato sulla spiaggia dalla sua tigre-umanità? Questo passaggio della storia vuole forse dirci che qualunque cosa faccia il divino per farsi amare, l’uomo deciderà pur sempre di scegliere quale strada intraprendere? È uno spunto per riflettere sul libero arbitrio?

E quando Pi è sull’isola dei suricati allora in quel caso è sempre Dio oppure impersona quanto di più umano possa esserci al mondo? Io propendo per la seconda ipotesi. Nell’episodio dell’isola, Dio sembra essere impersonato dalla tigre onnipresente ma immobile. Avviene come uno scambio di ruoli tra Pi e la tigre. Qualcuno che guarda Pi godersi la terra di latte e miele senza rendersi conto che quella stessa terra lo potrà fare letteralmente a brandelli. Ma Pi se ne accorge e tenta la sfida. A me questa parte del film ha fatto pensare alla scommessa di Blaise Pascal. Ammesso che Pi rappresenti l’uomo – in questo singolo spezzone del libro – e sempre ammesso che sia la tigre il divino – Pi accetta la scommessa di avventurarsi comunque nell’oceano. Non gli basta l’isola antropofagica, anche se potrebbe sopravviverci dormendo sugli alberi.

Ritornando all’assunto PI-Dio e tigre-umanità non dimentichiamo anche di fare un riferimento a William Blake e alla sua splendida opera The Tyger, la tigre per l’appunto come simbolo di ciò che è umano e violento. Dio creò l’agnello ci dice Blake, ma anche la tigre. Non c’è luce senza oscurità, vita senza morte. Bianco senza nero. È il gioco eterno degli opposti. Le due facce di una stessa medaglia. Dunque c’è del divino nell’umano e c’è dell’umano nel divino.

Concludo il post con la domanda che fa Pi a coloro che lo stanno interrogando: “E voi quale versione della storia avete preferito, quella con gli animali o senza?”


1 Commento

Vita di Pi (part 1)

È singolare come a volte i libri si insinuino nella mente dei lettori già molto tempo prima che essi vengano letti. È singolare come aspettino il momento giusto per essere aperti ed esplorati. E anche per essere raccontati e meglio compresi.

Avevo sentito parlare di Vita di Pi all’incirca 2-3 anni fa in uno dei commenti di un blog mammesco molto seguito. L’autrice del blog si era detta molto colpita dalla storia e così, anch’io avevo subito sentito il desiderio di conoscerne qualche particolare. Qualcosa in più. Tuttavia non mi ero spinta all’acquisto, né tantomeno avevo cercato dettagli della trama.

La cosa si è sedimentata per lungo tempo nella mia mente. Confesso di non aver pensato più a questo in modo particolare per lungo tempo.

Poi quest’anno è uscito il film nel periodo natalizio. Snobbato alla grande. Non ho proprio captato l’informazione che era stato girato un film in merito.

È trascorso altro tempo e un giorno mi sono messa a leggere le nomination per gli Oscar. E chi ti spunta fuori? Proprio lui, Pi, Vita di Pi. Nei giorni seguenti le nomination mi trovavo a Roma e alla libreria Minerva il libro mi fa come l’occhiolino. Ci penso un giorno intero prima di decidermi se acquistarlo o meno. Qualche ora prima di andarmene però ho un flash: sì, lo prendo!

Vita di Pi è uno dei primi libri che ho deciso di leggere dopo che sono diventata mamma che non è a tema bambini-maternità-giochi-letteratura per l’infanzia e così via. È ben lungi dall’essere parte della mia libreria di grandi classici della letteratura francese e inglese a cui sono devota. È lontano dal genere saggi sulla natura, giardini, oppure dal genere fantasy. Insomma, ci siamo capiti.

Non appena ho iniziato a leggerlo si è resa subito evidente una dote dell’autore: scrivere in modo estremamente realistico e scorrevole. Con perizia di dettagli. Con notevole volontà di mettersi nei panni del suo personaggio, così singolare, così unico nel suo genere. Avevo letto recensioni diverse però, del tipo: romanzo filosofico, colmo di riflessioni, stimolo a meditare su Dio, sulla vita. Su tutto ciò che siamo.

Più lo leggevo e più non vedevo altro che la minuziosa descrizione della disperata vita di un naufrago. In una condizione singolare (su di una scialuppa con una tigre ed altri animali selvaggi) ma pur sempre un naufrago con i contingenti problemi di sopravvivenza di tutti i naufraghi. Una storia alla Cast Away… più o meno dai 😉

Per circa due terzi il romanzo procede con una certa lentezza e – devo essere sincera – forse mi aspettavo più spunti di riflessione dalla mente del povero Pi, solo nell’oceano in balia del mare e della sua tigre.  Verso il finale però c’è un maggiore movimento. Poi si arriva alle ultime dieci pagine. E lì c’è tutto il succo di tanti discorsi che avevo sentito fare circa il libro e anche il film.

Perché è tutta nel finale che riparte la storia, ed è da lì che dobbiamo rileggerla. Proprio lì ci ritroviamo, noi lettori, in balìa della tigre e ci domandiamo chi sia realmente Pi. Devo dirlo è il finale che mi ha permesso di dare di Vita di Pi un giudizio positivo. È la metafora che la storia incarna in sé e per sé che mi ha stuzzicato le più profonde riflessioni.

Allora ho deciso di vedere il film ma non mi sono sentita trasportata da chissà quale aura. Più o meno come il libro. Interessante, con un finale a sorpresa. Poi stop!

Infine, ne ho parlato con mio marito. E raccontandogli la storia ho sentito riaccendersi in me l’amore per le riflessioni filosofiche e sono riuscita anche a descriverne il potere evocativo appieno. Solo RI-raccontandola questa storia mi è entrata dentro veramente. Solo dalla mia personale narrazione sono scaturite in me tante riflessioni. Come quelle che facevo quando studiavo per gli esami di letteratura all’università. Quando era necessario sviscerare tutti gli aspetti di un’opera letteraria, e conoscerli alla perfezione.

Ma ora l’ho fatta veramente lunga perciò ci risentiamo presto per la seconda parte!!!